Dai
Vangeli sinottici si possono ricavare varie informazioni, sia esplicite che implicite, sulla natura, l'ubicazione e l'uso per il quale era stato inizialmente costruito il Santo Sepolcro. La
tomba era stata fatta scavare nella roccia da
Giuseppe D'Arimatea, ricco membro del
sinedrio che era segretamente discepolo di
Gesù e che si era opposto alla sua
crocifissione. Questo sepolcro, in cui non era mai stato sepolto nessuno, aveva vicino ad esso una grossa pietra di forma rotonda che aveva lo scopo di chiuderne l'ingresso. Nel Vangelo di Giovanni, il Santo Sepolcro è espressamente ubicato vicino a dove venne crocifisso Gesù, all'esterno delle mura cittadine. Dai Vangeli si deduce che il Santo Sepolcro era stato fatto scavare probabilmente con lo scopo di conservare le spoglie del proprietario, Giuseppe D'Arimatea, o quelle di un parente a lui molto vicino. Ma il tragico evolversi degli eventi che portarono alla morte di Gesù sul
Golgota colpirono talmente Giuseppe da convincerlo a farvi seppellire il suo maestro. Egli andò da
Pilato a chiedere il corpo di Gesù. Con questo gesto rese pubblica la sua fede, scelta coraggiosa essendo lui un membro del sinedrio, l'organo politico che ne aveva chiesto la condanna a morte. Il governatore acconsentì; successivamente Giuseppe D'Arimatea comprò il lenzuolo in cui venne avvolto il corpo di Gesù.
Maria di Magdala e
Maria di Cleofa furono le testimoni della deposizione di Gesù nel sepolcro. Loro stesse tornarono la domenica mattina successiva nella tomba di Gesù per cospargere il defunto con olii profumati ma, trovando la pietra rotolata e il sepolcro vuoto, corsero dagli apostoli a riferire quello che avevano visto. A questo punto anche gli apostoli
Pietro e
Giovanni corsero al sepolcro e lo trovarono come lo avevano descritto le donne.