Stabilì la propria capitale a
Milano, ma passò gran parte del proprio tempo impegnato in campagne militari. Nell'estate avanzata del 285 soppresse la ribellione dei
Bagaudi in
Gallia; tra il 285 e il
288 combatté contro le tribù dei
Germani lungo la frontiera del
Reno; insieme a Diocleziano fece
terra bruciata in profondità nel territorio degli
Alemanni nel 288, diminuendo per qualche tempo il timore di un'invasione di Germani nelle province renane. L'uomo che aveva incaricato di controllare
la Manica,
Carausio, si ribellò nel 286, causando la secessione della
Britannia romana e della Gallia dall'Impero. Massimiano non riuscì a sconfiggere Carausio, in quanto la sua flotta d'invasione fu distrutta dalle tempeste nel 289 o 290. Il vice-imperatore di Massimiano, il cesare
Costanzo, iniziò una campagna contro
Alletto, successore di Carausio, mentre Massimiano era impegnato a presidiare la frontiera renana. La ribellione di Alletto ebbe fine nel 296, e Massimiano si mosse a sud, a combattere i pirati
Mauri in Iberia e le incursioni dei
Berberi in
Mauretania. Alla fine di queste campagne, nel
298, partì per l'Italia, dove visse in agiatezza fino al
305. Su richiesta di Diocleziano, Massimiano abdicò assieme al collega il 1º maggio 305, cedendo il titolo di augusto a Costanzo e ritirandosi in Italia meridionale.