L'espressione
kalokagathìa (in
lingua greca, καλοκαγαθία) indica l'ideale di perfezione umana secondo i
Greci antichi. Il termine rappresenta la sostantivizzazione di una coppia d'aggettivi indicanti l'armonioso sviluppo della persona, καλὸς κἀγαθός,
kalòs kagathòs,
crasi di καλὸς καὶ ἀγαθός,
kalòs kai agathòs, cioè "
bello e
buono" (quest'ultimo aggettivo va inteso non solo come "valoroso in
guerra", ma anche come "in possesso di tutte le virtù"). Si tratta dell'unità nella stessa persona di bellezza e valore morale, un principio che coinvolge dunque le sfere
estetica ed
etica (ciò che è bello deve necessariamente essere buono e viceversa; specularmente, ciò che è interiormente cattivo sarà anche brutto fuori). Il concetto ha influenzato anche la produzione artistica (come nel celebre
Discobolo di
Mirone). Il concetto fu poi recepito dai
Romani.